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Surfcasting: come tutto ebbe inizio…

Fin da piccolo sono sempre stato affascinato dalla pesca e nonostante non riuscivo ad andarci spesso, causa impegni lavorativi di mio padre, ho sempre coltivato dentro di me questa grande passione passando i pomeriggi davanti alla tv, a gustarmi le imprese assurde del mitico Sanpei.
Prima di essere un surfcaster, ho frequentato molto i laghetti sportivi e i torrenti, fino a che un giorno grazie alla pesca in bolognese, mi sono avvicinato al mare.
Ero solito pescare nei porti o sulle scogliere, quando un bel giorno mi recai insieme ad un mio vecchio amico a Scauri, in provincia di Latina, per provare un hot spot indicato da una rivista, da quel momento in poi tutto cambiò. Arrivati su quel piccolo molo, notai che la maggior parte delle persone pescavano a fondo con queste canne da 4 metri, con dei bei mulinelli possenti, poggiate su un tripode. Un pescatore mi  mostrò una bella mormora di oltre 6 etti, pescata poco prima. La cosa mi affascinò troppo, pensare di lanciare così lontano un esca mi dava l’idea di poter prendere dei pesci che in bolognese mi sarei sognato. In men che non si dica mi ritrovai in un negozio di pesca a Scauri, pochi minuti dopo avevo 160 € di meno nel portafoglio mentre avevo in più una canna Lineaffe da legering, mulinello Mitchell 3500, tripode, ami, filo, shock leader, piombi, aghi ed esche. Lì feci il mio primo tramonto su una spiaggia mentre pescavo a surf, ovviamente fu il primo degli innumerevoli cappotti.
Da quel giorno in poi, ho tralasciato ogni tipo di pesca per dedicarmi totalmente al surfcasting. Credo che tra tutte le tipologie di pesca nel mare, forse questa è tra le più impegnative. Qui non hai nessuno tipo di richiamo per i pesci, non stai pescando tra gli scogli o dentro il porto dove sai che qualche forma di vita sotto l’acqua gira sempre. Nel surfcasting è come se lanciassi la tua esca in un deserto di sabbia e acqua e proprio qui nasce la bellezza di questo sport. Ti rendi conto che capire il mare è la cosa più importante da fare, devi pensare come ragionano i pesci, devi conoscere gli hot spot giusti, creare diverse montature in funzione dello stato del mare o del tipo di pesce che ricerchi. A mio parere fare un bel carniere a surf è una soddisfazione enorme, molto di più rispetto ad altre tipologie di pesca.
Con il passare del tempo ho imparato tante cose, piano piano prendere un pesce è diventato più semplice rispetto a agli albori della mia passione. Quindi per chi legge ed è alla prime armi, il consiglio che voglio darti è di non scoraggiarti mai difronte ad un cappotto, fanne tesoro e poniti delle domande appropriate, non chiederti il perché non prendi niente ma poniti quesiti intelligenti: cosa posso imparare dalla pescata di oggi? cosa mi ha insegnato il mare oggi?
Osserva sempre tutto, ogni dettaglio, dalla conformazione della spiaggia al tipo di onde che ci sono, da che vento soffia alla temperatura! Appuntati tutto ciò che hai notato su un quadernino, così potrai raccogliere tante informazioni utili e comprendere con più molta rapidità i piccoli segreti di questo straordinario sport. E vedrai che nel tempo i risultati arriveranno! 😀

2 commenti su “Surfcasting: come tutto ebbe inizio…”

  1. Anche io ho iniziato proprio come te, laghetti sportivi, torrenti e poi la magia del mare dove mio padre mi portava da piccolino e prendeva delle stupende orate. Adesso tra me e mio padre è sfida aperta e ogni volta che uno dei 2 si va a fare una bella pescata è sempre pronto a far vedere i pesci presi all’altro con relativi sfotto’… l’hanno scorso facendo un calcolo rapido dovrei averlo battuto, vediamo se ci riesco anche quest’anno ^_^ … per il momento parto in vantaggio con 2 oratine sul mezzo chilo, una bella mormora, un gronco, un saraghetto(rilasciato) e una razza in 2 uscite, lui ancora non è mai andato.
    troppo bella questa pesca e complimenti al tuo blog, lo seguo spesso

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