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Pesca a fondo sulla spiaggia del Lazzaretto in Sardegna

Eccomi di nuovo qua, davanti al mio computer per raccontare una divertente battuta di pesca a fondo svoltasi sulla spiaggia del Lazzaretto. Un posto meraviglioso situato pochi chilometri a nord di Alghero (Sardegna). Partiamo con ordine però, perché prima di questa bellissima pescata ho fatto due mezzi cappotti in un’altra spiaggia nella costa orientale, Cala Liberotto. Un piccolo spazio di Paradiso sito ad 8 km da Orosei.

Le aspettative di una pescata in Sardegna sono elevatissime, ma dopo la grande delusione avuta all’ isola d’ Elba, sono partito con molte meno aspettative. Un po’ per non rimanere deluso, ma anche perché sono consapevole che questo non è il periodo migliore per pescare in Sardegna. Data l’invasione dei turisti e delle imbarcazione che scorrazzano a più non posso per tutte le coste sarde. Con un minimo di logica si può capire che il pesce non viva momenti di grandi tranquillità. Con molta probabilità, soprattutto le prede più ambite, preferiscano allontanarsi dalla costa oppure pascolare in zone dove l’accesso all’uomo sia più difficile. Detto questo, il mare resta sempre e comunque ricco di pesce. Sono convinto però che se si venisse in terra sarda nei mesi di ottobre e novembre puoi fare dei carnieri indimenticabili.

battuta di pesca a Cala Liberotto in Sardegna

Pesca a fondo a Cale Liberotto

Le prime due battute di pesca le ho fatto proprio a Cala Liberotto, qui il fondale è sabbioso e decisamente alto, degrada con estrema rapidità tante’ che a 15 metri dalla riva ci saranno già 5-6 metri di acqua. La scelta di questo spot è stata un po’ forzata, dato che si trovava a due passi dal mio campeggio. Il pomeriggio avevo fatto il bagno e con maschera e tubo sono andato alla ricerca di qualche bel pesce. Mi sono soffermato sul pascolo di alcune mormore e delle occhiate, ho inseguito un gruppetto di aguglie che nuotavano a pelo d’acqua, insomma per un amante della pesca poter osservare i comportamenti dei pesci è un’emozione straordinaria. Non rimani solo affascinato da ciò che stai vedendo, ma riesci a darti delle risposte a tutte quelle domande a cui precedentemente non sapevi rispondere.

Nonostante ciò, non ero convinto della buona riuscita della battuta di pesca. L’acqua era troppo alta e di conseguenza il fondale non veniva praticamente smosso dalle maree, quindi il pesce non poteva essere così presente. Le mie aspettative difatti si sono poi avverate!

Dopo avere preparato l’attrezzatura, al primo lancio però ho subito fatto una bella mormora sui 4 etti, ma oltre a questo il nulla dato che la minutaglia si dilettava con le esche, rendendo la pesca fastidiosa e noiosa.
La seconda sera ho riprovato lo stesso spot, dato che parlando con il negoziante di pesca di Orosei, questi mi aveva dato una spiacevole sentenza: dovunque vai in questo periodo trovi più o meno la stessa situazione.
A queste parole ho pensato di non muovermi più di tanto anche perché non conoscevo la zona e soprattutto non ero andato in Sardegna per andare a pescare, quindi per una volta ho pescato solo per passare un po’ di tempo, senza alcuna pretesa.

La seconda sera di pesca a Cala Liberotto è andata anche peggio della prima, una sola razza prontamente rilasciata.

razza pescata a surfcasting

Diciamo che il divertimento delle due sera è stato Nicolò, un bambino di 11 anni che con la sua cannetta si trovava sulla spiaggia accanto a me. Insieme al lui c’era anche la sua mamma, che per la passione del figlio, si sacrificava a prendere l’umidità della notte in riva al mare. Mi sono divertito a spiegargli un po’ di cose e a dargli consigli e alla fine qualche pesciotto è riuscito a prenderlo anche lui! 🙂
Ero molto entusiasta nel vedere un bambino di quell’età così appassionato. Sembrava di rivedere me tanto tempo fa, quando non vedevo l’ora di guardare il mitico Sanpei in televisione. E’ bello vedere bambini che si avvicinano a questa disciplina, la pesca è uno sport sano nel pieno contatto con la natura, purifica mente e corpo e soprattutto allena la tua pazienza! 🙂 Bisognerebbe sponsorizzarla molto di più, invece di renderla semplicemente un sport di nicchia.

Insomma le mie prime due pescate sono andate maluccio ma non importava molto, non sentivo il solito senso di rivincita che percepisco subito dopo un cappotto, infondo ero semplicemente in vacanza.

Pesca a fondo alla spiaggia del lazzaretto: il racconto

I giorni successivi mi sono spostato sulla costa occidentale, per essere più precisi a Fertilia, ad un km da Alghero. Girovagando tra le spiagge mi sono imbattuto nella “spiaggia del Lazzaretto“. Appena entrato in acqua, ho subito messo maschera e tubo per scoprire cosa si celava sotto quel velo d’acqua cristallina. Qui il fondale degrada molto più lentamente rispetto alle altre spiaggi visitate. Diciamo che nonostante l’acqua fosse comunque sempre alta rispetto alle coste laziali, a cento metri dalla riva ci saranno stati al massimo 4 metri di profondità.

Il fondale è misto, diciamo per un buon 80% di sabbia e il restante di rocce. Anche se erano rocce particolari di cui non so darvi una descrizione precisa, diciamo non davano l’idea di poter essere causa di eventuali incagli. Nuotando ho visto diverse occhiate di ottima taglia e qualche bel saragotto che pascolava felice vicino alle rocce. L’adrenalina mi è iniziata a salire e pensare che avevo deciso di non pescare più per il resto della vacanza. Ma quando di parte il “mostro” o la “scimmia” (chiamala come vuoi), niente e nessuno può fermarti! Due ore dopo mi trovavo al negozio di pesca ad Alghero per comprare due scatole di americano e una di koreano!

spiaggia del lazzaretto, sardegna

Sono arrivato sulla spiaggia intorno alle 21:30, il sole era già calato e l’utilizzo della lampadina era già d’obbligo. L’attrezzatura utilizzata è stata la seguente: Trabucco Cassiopea 160 gr, mulinello Daiwa Windcast 4500 Z con 0.18 in bobina, trave pater noster dello 0.45 lungo 160 cm con doppio snodo posto a 10 cm e 120 cm dal piombo, terminali dello 0.18, amo del 10, piombo temolino da 100 gr.

Trabucco Cassiopea 120 gr, mulinello Shimano Ultegra CI4 4500 con 0.18 in bobina, trave pater noster dello 0.35 con doppio snodo (esattamente come quello descritto precedentemente) e terminali dello 0.18 , amo del 10, piombo temolino da  75 gr.
La lunghezza dei terminali l’ ho studiata con molto cura. Allo snodo più alto ho messo un terminale lungo 120 cm con pop-up per la ricerca soprattutto delle occhiate, mentre allo snodo vicino al piombo ho messo uno spezzone di filo di circa 60 cm anche questo con pop-up. Ho utilizzato un terminale così corto con pop-up per pescare comunque vicino al fondo evitando però eventuali incagli con le rocce.

Accanto a me c’era anche un altro ragazzo che pescava, ma finora non stava prendendo praticamente nulla e questo non mi confortava, anche se non mi sembrava molto esperto. Nonostante ciò, ero proprio convinto che questa sarebbe stata una bella serata.
Il primo lancio lo effettuo con la Cassiopea 120 gr e posizione le esche a circa 50 metri dalla riva, proprio vicino ad una formazione rocciosa. Nemmeno il tempo di prendere l’altra canna da montare che il segnala catture si alza, ferro e un piccolo sarago resta attaccato al mio amo. Come prima cattura non era un granché, il timore che girasse tanta minutaglia come per Cala Liberotto cominciava a farsi sentire. Innesco di nuovo il verme e rilancio.
Con la Cassiopea 160 gr, invece cerco di raggiungere il massimo della distanza e presumo di aver portato le esche sugli 80-90 metri, dato che il temolino non è un piombo per niente aerodinamico!
Nemmeno il tempo di mettere la canna in tiro che l’ascensore schizza verso l’alto! Ferro e sento che c’è qualcosa che da delle discrete  testate! Una orata sui 3 etti esce fuori dall’acqua! Lo slamo e rilancio allo stesso punto. Tempo 2 minuti e l’ascensore sale di nuovo! Ferro ma il pesce non si allama! Cavolo che disdetta! Delle seguenti 5 mangiate riesco a tirar fuori solo un’altra orata mentre il resto si slama nella fase di recupero! Non capivo il perché di questa storia! Infondo sentivo che i pesci attaccati non erano piccoli e allora perché lì perdevo? Gli ami erano nuovi e ben affilati e allora cosa c’ è che non andava? Infondo utilizzo il piombo fisso e questo dovrebbe essere autoferrante, ma è anche vero che il temolino non sprofonda di certo nella sabbia e non ti permette nemmeno di mettere in tiro la canna. A quel punto ho pensato che quello potesse essere il problema, il temolino non dava un contraccolpo soddisfacente durante l’abboccata, tale da ferrare il pesce in automatico. L’unica soluzione a questo punto era di dare una ferrata più decisa. Neanche il tempo di finire il mio ragionamento che un’altra mangiata arriva sulla Cassiopea 160 gr! Questa volta ferro con più forza ed ecco un’altra orata nel mio secchio. Prima di cantar vittoria sulla risoluzione dell’enigma, rilancio le esche e aspetto un’altra mangiata che non si fa attendere per meno di un minuto! Ferro sempre con forza e ancora un’altra orata delle stesse dimensioni delle precedenti va a far parte del mio carniere! Problema risolto! 😀

Nell’ora successiva, ho avuto un susseguirsi di mangiate sempre sulla stessa canna, mentre la Cassiopea 120 gr restava immobile. Avrei voluto cambiargli l’esca e lanciare il tutto più lontano ma le tocche non mi davano tregua. tante che per un’ oretta ho potuto badare sollo alla Cassiopea 160 gr. Appena ho avuto un attimo di calma ho cambiato i vermi alla 120 gr e ho cercato di raggiungere una distanza maggiore! 10 minuti dopo sono stato premiato con la prima doppietta della serata, altre due oretelle!

Dopo tre ore dall’inizio dei giochi, ho finito le esche! Il mio carniere contava 14 pezzi di cui 12 sono orate e due sono occhiate! Se non avessi perso quei 4-5 pesciotti avrei raggiunto i 20 pezzi! Ma di certo non mi posso lamentare! Ho fatto anche due doppiette e la più divertente è stata la seconda con un orate e una bella occhiata!
Che la Sardegna sia un posto magico per pescare non ci sono dubbi, ma anche qui le regole del surfcasting e del PAF non devono essere dimenticate! Non basta gettare l’esca per catturare il pesce perché tanto sei in Sardegna, anzi qui devi aver maggiore cura nella scelta delle spiagge dove pescare! Detto questo, mi ritengo veramente soddisfatto del mio carniere anche se non spicca nessun pesce di taglia ragguardevole!
Ora mi aspetta un’altra settimana di vacanza ad Ansedonia, ma questa sarà una vacanza soprattutto di pesca, spero proprio di fare tante foto e di avere tante storie di pesca da raccontare! A presto e buone vacanze a tutti!

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