Vai al contenuto
Surfcasting Blog » Racconti » Surfcasting: due cappotti non previsti

Surfcasting: due cappotti non previsti

Dopo due nottate di pesca consecutive, il resoconto del bottino è stato decisamente molto amaro! Non avrei mai immaginato che potesse accadere un cappotto così deludente e nonostante qualche pesce nel mio secchio ci sia comunque finito, il mio obiettivo principale, l’ orata, non è stato raggiunto.
Giovedì notte ho optato per riprovare ad Ansedonia alla ricerca più che altro di qualche bella mormora e dato che la precedente uscita è finita con l’attacco di un serra, mi ero portato dietro tutto il necessario per catturarlo. Siamo giunti sul posto per le 17.30 e abbiamo sfamato tutti i granchi presenti in quel tratto di mare fino al tramontare del sole. Il cambio di luce regala sempre qualcosa, difatti vedo flettersi la mia Mitchell e una bella mormora fuoriesce dall’acqua, sta volta per fortuna illesa. Subito dopo anche il mio amico Cristian mette nel suo secchio una mormora di pari dimensione a quella appena catturata. Il tempo scorreva e le tocche erano di nuovo cessate ma improvvisamente l’ascensore segnala catture del mio compagno di avventure, schizza prepotentemente verso l’alto. Dalle forti testate e dal peso, sembra che ci sia qualcosa di veramente grosso. Il recupero prosegue con cautela per evitare di perdere la preda, ma di colpo il peso trasportato dalla lenza diminuisce anche se qualcosa attaccato è rimasto, un’ altra mormora. Presumiamo che in principio fosse una bella doppietta, dato che l’arenicola sul secondo amo era tutta mangiata.
Da questo momento in poi i cimini della canne sono rimasti perennemente fermi, a mezzanotte eravamo già in macchina pronti per ritornare a casa.

Ieri notte invece ho deciso di andare con il mio amico Roberto alle Murelle dove, per sentito dire, durante il giorno avevano pescato diverse orate mentre la notte le ombrine deliziavano i surfcaster riempiendo il loro secchio.
Siamo giunti sull’arenile intorno alle 17 e camminando lungo la riva ho parlato con diversi pescatori, c’era chi stava lì dall’alba e non aveva visto nemmeno mezzo tocca. Qui ho commesso uno stramaledetto errore. Credevo che se non avessero mangiato finora, probabilmente con l’arrivo dell’alta marea oltre la mezzanotte qualcosa di carino sarebbe uscito, invece al cosa migliore sarebbe stata di cambiare hot spot.
I granchi hanno banchettato con tutte le nostre esche e ogni volta che recuperavamo la lenza arenicola, americano, koreano e bibi erano costantemente tagliuzzati e da cambiare.
Nei primi 30 metri di acqua i cefali saltavano da una parte all’altra e per questo ho messo la Tubertini da legering con pop-up e koreano sotto il primo gradino di risacca. Quasi subito il cimino della Tubertini si flette, qualcosa è rimasto attaccato al mio amo, un piccola leccia stella aveva divorato il koreano. Diverse leccie non hanno saputo resistere alla mia insidia ma nessuna era di taglia decente e onde evitare una inutile strage, ho deciso di innescare un americano.
Il tempo scorreva e nemmeno il tramonto ci aveva regalato una tocca. Granchi e solo granchi, costantemente amo pulito ed esche che cominciavano a scarseggiare. Intorno alle 23 la prima mangiata sulla canna di Roberto, una piccola orata da rilasciare era rimasta ingannata dal koreano. Dopo di che il nulla più assoluto. Con un po’ di nervosismo abbiamo chiuso tutta l’attrezzatura e ce ne siamo ritornati a casa.
Nonostante i due cappotti, la voglia di pescare è rimasta la stessa anzi è anche aumentata e sono convinto che da qui a poco centrerò il mio obiettivo: l’orata di taglia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *