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Pescare le ombrine a surfcasting

  • Federico 

Acqua torbida, mare mosso, alghe. Questi elementi sono fondamentali se sei alla ricerca di questo pesce fantastico. La scelta del momento giusto è indispensabile per fare la cattura da sogno, bisogna sapere leggere la situazione e mettere l’esca nel punto giusto. Poi un po’ di fortuna, non guasta mai. In questo articolo, ti racconterò la mia ultima pescata e ti fornirò tante informazioni su come pescare le ombrine a surfcasting.

Il colore dell’acqua e il moto ondoso

Da che mondo è mondo, sappiamo che le ombrine sono dei pesci che amano l’acqua sporca e il mare mosso, quindi la prima cosa da appuntarsi è proprio questa. Quando si creano queste condizioni? Quando i fiumi sono in piena e riversano in mare la terra. Perché sono in piena i fiumi? Semplice, nei giorni precedenti ci sono stati giorni di pioggia. Quindi ricapitolando, la prima cosa da identificare per apprendere pescare le ombrine a surfcasting, è il colore della acqua. Deve essere torbida.

Un altro fattore è il moto ondoso, è vero che con acqua torbida le ombrine possono mangiare comunque, ma se c’è mare mosso, puoi sicuramente incontrare un pesce di taglia. A mio modo di vedere, il momento perfetto per catturare le ombrine è la scaduta. Ma la finestra perfetta non dura un eternità. Quindi l’ideale è trovarsi in spiaggia qualche ora antecedente alla scaduta. Così puoi essere sicuro di trovare in pesca nel momento giusto.

Dove lanciare l’esca per pescare le ombrine a surfcasting

Bene ci troviamo nel momento giusto con mare mosso e acqua torbida, ma come scegliere la postazione giusta per gettare le tue esche? Le ombrine piace il mare mosso, ma non piace stare nel fragore delle onde, quindi dovrai cercare una buca oppure superare l’ultimo frangente. Per questo ti consiglio di scegliere delle spiagge dove il fondale degrada rapidamente. Ci tengo a specificare che le ombrine non si trovano in tutte le coste. O meglio ci sono punti dove è più facile incontrarle. Quindi prendi sempre qualche informazione prima di scegliere lo spot.

Le 3 migliori esche per pescare le ombrine a surfcasting

Anche la scelta dell’esca è fondamentale per pescare l’ombrine a surfcasting. Tra tutte quelle possibili, tre sono quelle che mi sento di consigliare: bibi, ameriacano, coreano. Sono tutte molto catturanti, per quanto il bibi ritengo possa avere una marcia in più nella selezione. Poi nell’acqua torbida, risulta essere molto visibile.

Il racconto

Finiti i convenevoli, partiamo con il racconto di questa indimenticabile battuta di surf alla ricerca dell’ombrina. Ho atteso diversi giorni prima di prendere la decisione di andare. Volevo che tutte le condizioni sopra esposte fossero rispettate. Quindi ho scelto un arenile dove sicuramente avrei trovato l’acqua torbida e una giornata di scirocco bello teso, che andava in diminuzione verso sera.

Giunto in spiaggia ho trovato un bel mare formato, acqua scura e vento di scirocco ancora intenso. Guardando la conformazione della spiaggia, ho subito individuato un punto di acqua più alta, evidenziato anche da dei montagnole di sabbia molto evidenti sul bagno asciuga. Sotto c’era una evidente buca dove si riversava la schiuma dell’onda che si creava ad una trentina di metri dalla riva. Era molto evidente anche la forte corrente laterale, sia nel sotto riva che poco dopo l’ultimo frangente.

Travi e terminale per pescare l’ombrina a surfcasting

Ho montato subito le mie due canne pesanti: la prima è Shimano Power Aero 4.30 225 gr, con Shimano Surf Leader CI4+ con su filo conico dello 0,23 mm. La seconda è la nuova canna Shimano Speedmaster Surf Hybrid 4,50 200 gr, sempre con Surf Leader annesso e conico dello 0,23.

Ho scelto un trave a due braccioli dello 0,50 lungo circa 140 cm. Ho utilizzato dei terminali dello 0,23 lunghi circa 70 cm, alle ombrine non piace inseguire l’esca. Come piombo, rigorosamente la piramide da 150 gr, altrimenti non si riusciva a stare in pesca. Decido di mettere una canna sotto la buca e una il più fuori possibile.

La prima cattura

E’ passata un’ora dell’inizio della pescata. Nel sotto riva ci sono le alghe a disturbare la pescata, ma fortunatamente non disturbano i terminali, ma tendono a risalire sul filo del mulinello. Ogni tanto sei obbligato a recuperare e a rilanciare. Fuori invece la pesca sembra più semplice, le alghe rompono molto meno. Il tempo passa ma il primo sussulto arriva ad signore che pescava 50 metri dopo di me. Lo vedo combattere con un pesce. Gli vado incontro casomai gli servisse aiuto. Cinque minuti dopo mi trovo a mettere le dita tra le branchie di una meravigliosa spigola sui 2 kg catturata con il cannolicchio a pochi metri da riva.

Cavolo non mi aspettavo la spigola con acqua così estremamente sporca, ma ben venga. Il gentile signore ricambia il favore regalandomi qualche cannolicchio. Decido quindi di cambiare assetto nella canna sotto riva; doppio terminale dello 0,28 da 130 cm con innescato un bel cannolicchio. Anche catturare una spigola non sarebbe male.

Pochi minuti dopo mentre in tiro la Power Aero, vedo l’inconfondibile abboccata dell’ombrina. Diverse oscillazione della vetta e poi il filo che si allenta. Corro e ferro la canna. Il pesce c’è. Recupero lentamente tarando la frizione che non si sa mai. Arrivato al gradi di risacca il pesce cerca di riprendere il mare, gioco un po’ con la frizione e poi tiro fuori una bellissima ombrina sui sette etti. Non è la il pesce di taglia che cercavo ma sono comunque felice. Ha abboccato sull’americano.

La seconda cattura

Venti minuti dopo, mentre sto preparando un nuovo cannolicchio, con la coda dell’occhio vede flettersi prepotentemente la canna. Alzo lo sguardo per capire se me lo sto immaginando o meno ma poi la canna si piega e vedo la bobina del mulinello ruotare. Santo Dio ha fatto partire la frizione. La canna continua a flettersi e il picchetto si inclina. Corro come un pazzo verso la canna, la prendo e ferro. Il pesce c’è e tira.

Inizia la fase di recupero e sento un gran peso dall’altra parte. Cerca di strapparmi la canna dalle mani. L’adrenalina sale alle stelle. Ho il cuore in gola. Mancano pochi metri alla riva e so che ora è il momento delicato. Il pesce da un forte strattone e improvvisamente non lo sento più. Dannazione. Spero che mi stia solo nuotando incontro. Manca poco al gradino di risacca ed ecco che riparte. E’ ancora lì. Prova diverse fughe. La vedo nuotare, è un ombrina bellissima. Con fatica riesco a spiaggiarla. E’ meravigliosa. Un ombrina da 2,487 kg, un’ emozione unica che solo il surfcasting ti può dare.

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